PIANCOGNO
Il comune di Piancogno è stato costituito con Decreto del Presidente della Repubblica del 3 dicembre 1962 – pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 29 gennaio 1963 -, diventando il comune più giovane della Valle Camonica. Esso è formato da 3 frazioni che sorgono sulla riva destra del fiume Oglio: Piamborno e Cogno sono posti sul fondovalle e in parte sulla zona pedemontana; l’Annunciata si trova sul versante montano in una posizione panoramica ed è ricca di testimonianze d’arte e di fede. Piamborno è il capoluogo del comune, con circa 3000 abitanti, ed è sede del municipio.
TRA PASSATO E MODERNITÀ
Fino agli anni ’60 del secolo scorso, il comune è stato caratterizzato da un’economia agricola, con l’eccezione della frazione Cogno dove, a inizio ‘900, sorse il cotonificio Olcese. Negli ultimi cinquant’anni, l’economia di Piamborno si è trasformata: da agricola è diventata prevalentemente artigianale e terziaria e con essa è mutato anche l’aspetto urbanistico del paese.
La fascia pedemontana di Piamborno e le pendici terrazzate dell’Annunciata risultano, da documenti risalenti al medioevo, zone vocate alla coltivazione della vite. Particolarmente pregiato il vino Lanzato, ricavato dalle vigne collocate nell’omonima località.
La frazione dell’Annunciata si trova in una posizione privilegiata da cui è possibile godere un incredibile panorama a 360 gradi sulla Valle Camonica. Questa località prende il nome dal convento – santuario dedicato all’Annunciazione, oggi gestito dai Frati Cappuccini.
Tutto il territorio circostante il convento ospita una quantità notevole di graffiti che si inseriscono, con una propria peculiarità, nell’ampio patrimonio delle incisioni rupestri della Val Camonica.
ASPETTI AMMINISTRATIVI E GEOGRAFICI
Tra i comuni della Valcamonica, Piancogno è quello che si è formato più recentemente (nel 1963), con l’aggregazione delle frazioni dell’Annunciata, di Pian di Borno e di Cogno, che precedentemente facevano parte di Borno e di Ossimo.
Esso è situato nella bassa Valcamonica a destra del fiume Oglio, al hulìf (a solatio): in particolare, Pian di Borno, che è il nucleo più popolato, si distende sulla fascia collinare pedemontana e sull’ampio fondovalle pianeggiante; Cogno è posizionato prevalentemente a ridosso del versante montano e l’Annunciata si trova su un pianoro a 700 m d’altitudine. In passato, i collegamenti fra le tre frazioni e con i centri di Ossimo e Borno – verso cui gravitavano – avvenivano (e tuttora in parte avvengono) attraverso una rete di strade comunali fra cui la bià dè le ólte (la strada delle volte) e la bià dè le icc (la strada delle vigne), che sboccano nell’antica via romana Valeriana posta a mezza costa.
ASPETTI STORICO-ECONOMICI
Il ritrovamento di una tomba romana – con all’interno un anello d’oro – avvenuto durante gli scavi compiuti per la costruzione dell’attuale parrocchiale di Pian di Borno, la scoperta fra la valle del Davine e quella del Trobiolo di resti di strutture murarie arcaiche e di graffiti rupestri risalenti all’età celtica e romana, i terrazzamenti ricavati con muri a secco, i cadèi (piccoli edifici rurali) e i casolari sparsi sulle pendici della montagna sono la testimonianza di una presenza umana millenaria.
Le specifiche caratteristiche geomorfologiche e la diversa posizione hanno contribuito a differenziare la storia, l’economia e la cultura delle tre frazioni.
PIAMBORNO
La fascia pedemontana di Pian di Borno risulta particolarmente vocata alla viticoltura, ampiamente praticata non solo nel passato ma anche tuttora. Nella prima metà dell’ottocento esso risultava il paese della Valcamonica con la maggiore quantità di uva raccolta e il vino ricavato era molto apprezzato; nel corso del novecento è sorta la prima azienda camuna che ha imbottigliato ed etichettato col nome Lanzato il vino prodotto nei pressi dell’omonima contrada. Inoltre, l’ampia distesa pianeggiante – che si estende fino al fiume Oglio – costituisce una delle poche zone della Valcamonica in cui l’agricoltura è ancora fiorente e permette l’attività di tre aziende che allevano bovini per la produzione di latte. In passato vi era una ricca varietà di coltivazioni (granoturco, frumento, ortaggi, piante da frutto, salici, gelsi per l’allevamento dei bachi da seta…), mentre oggigiorno prevalgono colture foraggere.
Vicino all’antica parrocchiale di San Vittore spicca il borgo Glazel, un insieme di edifici disposti intorno a un ampio cortile rettangolare. Grazie al restauro conservativo recentemente realizzato, il complesso mantiene l’originaria struttura della seconda metà dell’Ottocento, realizzata da Paolo Glazel, appartenente a una delle famiglie più facoltose della Valcamonica di quei tempi, proprietaria di una quantità considerevole di case, terreni e boschi non solo a Pian di Borno ma in vari altri paesi valligiani. Adiacenti alla casa signorile, sorgevano vari edifici rurali e nelle vicinanze anche una filanda (successivamente abbattuta), in quanto era sede di un’azienda agricola a gestione padronale; inoltre nell’ufficio collocato a pianterreno della casa signorile, l’11 novembre venivano stipulati i contratti con i contadini. Moltissime famiglie piambornesi, non possedendo né case né terreni, erano fittavoli dei Glazel e, in pochi casi, anche di qualche altra famiglia possidente. Questa situazione si è protratta fino agli anni sessanta del secolo scorso, anche quando, in seguito all’estinzione dei Glazel, sono subentrati i Passerini.
ANNUNCIATA
Il centro dell’Annunciata è costituito dal convento dei Cappuccini e dall’annessa chiesa dedicata a Maria, mentre le contrade sparse intorno sono ormai in gran parte spopolate. La posizione isolata, l’immersione in un ambiente naturale suggestivo e la visione dall’alto della Valle che spazia dal Pizzo Badile al lago d’Iseo sono alla base della scelta compiuta dal loro fondatore, il Beato Amedeo Meneses de Sylva, nella seconda metà del XIV secolo. La presenza, nelle vicinanze del convento, di un luogo tradizionalmente denominato Predù dè l’altar (grossa pietra dell’altare) e di una raffigurazione del dio Kernunnos su una roccia, ritrovata fra i tanti graffiti esistenti nella zona, e di una chiesa campestre più antica del convento fanno pensare che il luogo abbia svolto fin dall’antichità una funzione cultuale-religiosa.
COGNO
Nella frazione di Cogno si possono rilevare tuttora, nonostante le ristrutturazioni edilizie che sono state compiute, le tracce del borgo industriale che ha preso corpo nel corso del novecento intorno al cotonificio Olcese. Infatti, accanto e a supporto dello stabilimento, sono stati costruiti vari edifici (case per operai e per impiegati, convitto, asilo, chiesa nuova, dopolavoro, cooperativa di consumo…) e infrastrutture (condotta forzata, centralina elettrica) che hanno cambiato radicalmente il volto del paese, precedentemente contadino, rendendolo un modello di insediamento industriale unico nel suo genere in Valle. Tutto ciò ha avuto avvio grazie alla presenza della risorsa d’acqua del torrente Trobiolo che permetteva di far girare le turbine che, a inizio novecento, azionavano i macchinari del cotonificio, tramite grosse pulegge di trasmissione.
ASPETTI PAESAGGISTICI E ARTISTICI
- Cascata del Davine e cascata del Trobiolo
- Pista ciclabile sull’argine alberato del fiume Oglio
- Via Valeriana, con vista panoramica della Valle dal Pizzo Badile fino al lago d’Iseo
- Edifici rurali: al piano, casa dell’ex brolo Mauri; sulle pendici della montagna lungo la via Valeriana e la via delle vigne, casa Belocc, casa Saloni, cadèi (piccole strutture rurali)
- Graffiti rupestri di età celtica e romana, dalla valle del Davine alla valle del Trobiolo, sopra e sotto la via Valeriana
- Chiesa campestre dei Santi Cosma e Damiano, situata nei pressi del convento dell’Annunciata, menzionata in un documento del XIV secolo
- Convento dell’Annunciata con due chiostri pregevoli e chiesa con affreschi di Pietro da Cemmo, eretti nella seconda metà del XV secolo
- Ristorante Letari, in una posizione panoramica dell’Annunciata, attivo dai primi anni ’50 del secolo scorso
- Chiesa di San Vittore, di cui si ha notizia da un documento risalente al XII secolo
- Chiesolina dell’Immacolata Concezione – Sant’Eustachio, di inizio XVIII secolo
- Chiesetta di San Filippo Neri, del XVII secolo;
- Casa in Via Monte Grappa 5, (ora proprietà delle Cantine Bignotti), eretta a partire dal XIV secolo;
- Borgo Glazel, complesso di edifici disposti intorno a un ampio cortile rettangolare, eretti nella seconda metà del XIX secolo; è inglobato un edificio del XVI secolo, sulla cui parete vi è un affresco che rappresenta una festa popolare realizzato nel XIX secolo.
- Ex albergo Glazel-Passerini, del XVII-XVIII secolo
- La Villa liberty dell’avvocato Maffeo Gheza, del XVII secolo
- La Portineria avvocato Maffeo Gheza del XX secolo con forme che si ispirano all’architettura araba e spagnola.
- Il Giardino “Ottone Penzig” all’interno del parco dell’avvocato Maffeo Gheza (oggi proprietà delle Cantine Bignotti)
- Le Cantine del vino Lanzato in via Montello 1 (oggi delle Cantine Bignotti)
- Casa Vegezzi (ora Gheza, Bondioni, Bruna), del XIX secolo
- Casa Gerosa e poi Mauri (ora Nodari), con portico del XVII secolo
- Casa Dabeni, con dipinti ispirati ai Promessi Sposi di A. Manzoni, del XIX secolo
- Casa Magnoli, con struttura che richiama la veneta seicentesca
- Borgo Olcese (Cogno), modello di insediamento industriale di inizio XX secolo
- La madonnina Nera lungo la mulattiera denominata via Volte che sale da via Monte grappa